Cenni storici
Noventa, il suo toponimo è tra quelli più precocemente attestati nelle testimonianze medievali padovane, lo si trova infatti citato nei documenti a partire dal X° secolo e sembra collegarsi al termine latino NOVA o NOVALE ossia “ terra di recente coltura “ proprio per le bonifiche fatte in quell’epoca nelle zone paludose del Brenta. Fu con molta probabilità un villaggio rurale soggetto alla vicina Padova e sorse forse nel periodo in cui queste terre erano abitate dagli Eneti. Dai documenti sappiamo che nel Medioevo il territorio era compreso fra i beni dei Canonici della Cattedrale di Padova e tale rimase fino al 1400. La sua posizione, la ricchezza d’acque e le fertilità delle terre attirarono indubbiamente molti ricchi esponenti della nobiltà padovana, basti pensare che nel XIV secolo il maggior proprietario terriero era Enrico Scrovegni, uomo d’affari e banchiere il cui nome è legato alla Cappella affrescata da Giotto. Egli aveva acquistato i possedimenti un tempo appartenenti ai Delesmanini che qui avevano un castello, ma quando lo Scrovegni fu esiliato a Venezia il suo feudo passò al veneziano Nicolò Foscari.
Il Trecento fu un secolo di guerre, carestie e pestilenze, a tal punto che una profonda crisi demografica mise a rischio l’esistenza dell’abitato. Ma la tendenza cambiò radicalmente dopo la dedizione di Padova a Venezia quando nel ‘400, le proprietà dei Carraresi furono messe all’asta e i patrizi veneziani spostarono i loro interessi dal mare alla terraferma privilegiando le proprietà lambite dalle acque del Brenta che garantivano comunicazioni veloci. Rifiorirono allora, traffici e coltivazioni, il porto documentato sin dal 1095 recuperò l’antica importanza.
A partire dal secolo XV e ancor più decisamente dal secolo successivo, le rive si popolarono di edifici, palazzi ed aziende agrarie segnando la fisionomia del paesaggio. Oltre al corso del Brenta a Noventa fu utilizzato anche il Piovego che risultò comunque secondario e non altrettanto abitato. Dal XVII Noventa, seguì le sorti di Padova restando annessa alla Provincia contrariamente agli altri paesi della Riviera del Brenta (fino ad Oriago) che da meno di due secoli fanno parte della Provincia di Venezia. La denominazione ufficiale di Noventa Padovana è del 1867 anno dell’annessione del Veneto al Regno d’Italia che con Regio Decreto dell’11 agosto la distinse dagli omonimi comuni di Noventa Vicentina e Noventa di Piave. L’appellativo odierno è comunque la conferma dell’antica denominazione in uso nei sec. XVII e XVIII di Noventa sotto Padova.
Itinerario storico artistico
Il panorama artistico di Noventa deve molto alle sue Ville, o meglio a quelle che sono sopravissute ai secoli; talune mostrano i segni implacabili del tempo e dell’inquinamento; altre, più fortunate, risplendono di una bellezza conservata o ritrovata grazie all’impegno dei proprietari.
La bellezza di Noventa, con i suoi parchi ricchi di piante secolari e con le sue vecchie mura, la ritroviamo nelle lettere di Gaspare Gozzi (1713-1786) ospite della famiglia Artico in una delle ville minori dell’attuale via XXV Aprile. La scopriamo, vista dagli occhi di Diego Valeri (1887-1976) immersa nell’atmosfera autunnale ricca di colori e contrasti, “ Noventa è il paese più quieto e silenzioso di tutta la riviera: infossato tra la sponda sinistra del canal Piovego e la strada di Padova, sta tutto solo, con le sue ville d’argento appannato”. Ci commuovono le parole dell’Artista Orlando Tisato (1926-2010) nella sua “Della santità di Noventa“: ”Ti ricordo, sei in me, come la buona vita, la santa realtà. Mi ricordo: era bella la notte! Bastava uno spiraglio di luna sul marmorino screpolato delle tue case per far scorrere torrenti di musica; Vivaldi e Albinoni, dentro i tuoi bianchi di primavera e nelle tue fumate d’autunno, lungo i fossi con i salgari. Una semplice canzone, da due soldi, per darci il cuore antico, sempre in attesa del calendimaggio”. “ Sei un luogo sacro, una civiltà, un dono del Signore, Sei bella. Sii la benedetta!“
COMUNE DI NOVENTA PADOVANA (PD)
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